Per Marsica Sharing aprile è stato il mese dell’innovazione, tema molto importante cui si è dedicata un’attenzione particolare, attraverso un approccio non solo teorico, ma anche pratico. Infatti, oltre al webinar, cui hanno partecipato tre preparatissimi relatori, Daniele Scoccia Ennio Pirolo e Anatolia Campomizzi, aprile ha visto come sua meta conclusiva l’evento della Marsicup, contest finalizzato alla scoperta di idee per la rivalutazione attiva del territorio marsicano.
Il percorso che ha portato il team di Marsica Sharing alla realizzazione di questo evento è stato molto intenso, ricco di energia e voglia di realizzare concretamente la missione che, ormai da due anni, accompagna gli incontri live e gli eventi organizzati dal team di Marsica Sharing. L’obiettivo della Marsicup è stato quello di incentivare concretamente il miglioramento del territorio marsicano, creando un terreno di confronto tra le generazioni e, più in generale, tra le persone. Il contest, infatti, ha permesso a diversi team di presentare un’idea innovativa per la zona, illustrando il proprio progetto a una giuria di esperti, ma anche a tutti gli interessati che hanno partecipato come spettatori. In palio la possibilità di concretizzare la propria idea grazie alla collaborazione di professionisti e all’impulso dato dalla stessa Marsica Sharing.

L’evento della Marsicup è nato in primo luogo da una speranza: poter finalmente rivalutare attivamente un territorio che ha tanto da offrire e che non deve, perciò, essere abbandonato, ma costantemente coltivato. Una speranza che si è alimentata grazie all’attiva partecipazione dei tanti team iscritti al contest, un segnale innegabile che palesa come sul territorio marsicano vivano idee ambiziose e, soprattutto, persone desiderose di realizzarle. Oltre la speranza, un impulso importante è giunto anche dalla consapevolezza, sottolineata altresì durante il webinar, di quanto sia articolato dar vita a un progetto. Una domanda ha infatti accompagnato tutto il processo di attuazione della Marsicup: quanto è complesso realmente dar vita a un’idea e, in modo più specifico, riuscire a trovare finanziamenti e finanziatori? E come si può, nel proprio piccolo, creare ambienti che favoriscano questi sviluppi? Grazie ai protagonisti del webinar sull’innovazione, si sono analizzati proprio i vari processi e le difficoltà connesse alla realizzazione di un’idea e, in secondo luogo, anche le strategie che si possono attuare per concretizzare un proprio progetto. Primo punto fondamentale affrontato nel webinar è stato quello di chiarire cosa si intende quando si parla di innovazione. Sostanzialmente, l’introduzione di differenti modalità di progettazione, produzione o anche vendita di beni e servizi. Insomma, con il termine innovazione ci si riferisce a tutti quei cambiamenti positivi che, sovvertendo un minimo lo stato delle cose, riescono ad apportare nuovi benefici, miglioramenti e sviluppo sociale.
L’apertura di un’azienda comporta delle difficoltà oggettive che spesso scoraggiano e certamente non incentivano i futuri imprenditori. Facendo riferimento ai dati forniti dal report della banca mondiale, è spaventosamente facile notare la differenza nei costi di apertura di una azienda che intercorre tra l’Italia e gli altri paesi europei: l’Italia è il paese in cui aprire un’azienda ha il costo più elevato. Le spese maggiori che devono essere affrontate riguardano principalmente la burocrazia: tasse per la concessione, imposte di bollo, di registro e parcelle notarili. Procedimenti che, oltre a essere costosi, hanno anche un impatto sulle tempistiche di realizzazione del progetto. Fortunatamente, ormai da alcuni anni, in aiuto agli aspiranti imprenditori, intervengono le startup. Nel 2021 in Italia, si è registrata una crescita del 25% con la nascita di bene 4200 nuove aziende.
Proprio del processo di vita di una startup si sono occupati i protagonisti del webinar. L’ambiente legato all’innovazione è sicuramente multiforme, così come le esperienze riportate durante l’incontro. Queste testimonianze così eterogenee hanno permesso di affrontare la tematica delineando tre diverse metodologie per la ricerca di potenziali finanziatori. Dapprima, è stato illustrato il contesto sociale, definendo quali sono gli attori di questo ecosistema: da un lato i promotori, gli ideatori di un progetto; dall’altro il pubblico di finanziatori alla ricerca di idee interessanti su cui investire. Gli investitori sono solitamente delle persone con capitali molto importanti che scelgono, con un buon margine di rischio, di incentivare e finanziare progetti ritenuti promettenti. Queste persone, chiamate “business Angel”, scelgono, a prescindere dalla razionalità di un’idea e anche dal valore delle quote che possono ottenere, di finanziare un progetto di loro interesse. Aiutano, quindi, una startup ad affrontare le prime fasi di vita, fornendo consigli pratici su come gestire al meglio i fondi o pubblicizzare il proprio prodotto. In seguito, accompagnano la nascente aziende, ora economicamente più stabile, verso la fase di “exit” che prevede la monetizzazione della stessa sul mercato e la presentazione del prodotto ad aziende di successo.
Convincere i finanziatori circa le potenzialità delle proprie idee non è semplice, soprattutto quando si guarda al futuro pensando fuori dagli schemi. A volte le idee, poiché molto innovative, non vengono comprese. Un’alternativa per la ricerca di finanziatori può essere l’equity crowdfunding. In questo caso, la possibilità di investire è data a un bacino di utenti molto più ampio che finanziano il progetto con quote più basse, partendo sempre da un minimo stabilito in precedenza. Nel caso dell’equity crowdfunding, è possibile appoggiarsi a specifiche piattaforme che, espandendo il progetto online, permettono di suscitare l’interesse di molte più persone e aumentare sia la possibilità di far conoscere la propria idea, sia il numero di possibili finanziatori.
Nel mondo dell’innovazione e dei finanziamenti è sempre bene individuare il miglior acquirente di un servizio. Solitamente, questo si identifica con chi ha dei bisogni specifici cui il proprio prodotto può rispondere in maniera ottimale. Proprio su questo principio si basano alcune aziende che sponsorizzano programmi di Open Innovation. Il loro lavoro è quello di collegare il mondo delle grandi imprese a quello delle startup nascenti. Queste aziende si configurano come un vero e proprio ponte tra i bisogni specifici di un ente e le startup che sono pronte a suggerire e progettare per loro soluzioni adeguate. I programmi di Open Innovation prevedono un iter specifico che parte dalla suddivisione in aree tematiche delle necessità presentate dalle aziende, una prima scrematura con la selezione dei progetti più promettenti e, infine, l’incontro diretto tra le due parti, ovvero il cliente e il fornitore del servizio.
L’obiettivo della Marsicup è stato proprio quello di svolgere una funzione di collegamento tra gli ideatori e gli imprenditori del territorio marsicano che, partecipando al contest, hanno avuto la possibilità di assistere alle presentazioni, valutare e sostenere un progetto a loro parere promettente. Le personalità che hanno partecipato all’evento, come Sergio Galbiati, Marco Fracassi, Fabrizio Belisari e Marcello Sansone hanno arricchito l’evento con le loro esperienze personali, raccontando la propria storia e consigliando le giovani menti che, con il giusto supporto, hanno la possibilità di continuare a migliorare il territorio marsicano. In fondo, l’innovazione è anche questo: riuscire a creare una rete attiva di persone che possono supportarsi con l’obiettivo di apportare nuovi cambiamenti.

Articolo di Cecilia Bernardi