Per concludere la seconda stagione di Marsica Sharing e salutarvi prima della pausa estiva, abbiamo scelto di dedicare il nostro ultimo webinar a un tema che ultimamente sta prendendo sempre più piede e che si adatta perfettamente al profilo del nostro territorio: il turismo lento. Gli ospiti del webinar di giugno sono stati il sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, che da anni si occupa con passione di sostenere e promuovere l’ormai famoso Cammino dei Briganti, e Alberto Liberati, accompagnatore di media montagna. I due ospiti ci hanno guidati nella scoperta di percorsi, luoghi e tradizioni del nostro territorio da conoscere e condividere. Inoltre, per testare sul campo l’esperienza del turismo lento e potervi consigliare alcune avventure da vivere nel nostro territorio, insieme a Davide Marini di Keymount abbiamo organizzato un’escursione in e-bike nella faggeta di Marsia, la più grande d’Europa. Pedalando a passo lento ci siamo addentrati in territori inesplorati, ricchi di storie da raccontare, a partire dai villaggi medievali e i santuari che giacciono nascosti nei boschi. Ad accoglierci una natura selvaggia, ma ospitale che ci ha aiutati a distaccarci dai ritmi frenetici della città, riportandoci al contatto autentico con la nostra terra. Ma cosa si intende per turismo lento? E quali sono i benefici di sostituirlo al tipico turismo “mordi e fuggi” a cui ormai siamo abituati?
A essere sinceri, inizialmente anche per noi è stato difficile capire il vero significato dell’espressione “turismo lento”, coinvolti in una società in cui i tempi di ogni azione sono sempre più veloci e, anzi, incalzano continuamente le nostre vite. Proprio nei momenti in cui ci accorgiamo di correre veloci e non riuscire a rallentare è importante fermarsi per poter godere pienamente del tempo che abbiamo a disposizione. La filosofia del turismo lento è proprio questa: rallentare per apprezzare, fermarsi per poter osservare, lasciarsi coinvolgere per potersi sentire in contatto, che sia con un luogo, con la natura, con le persone o con le tradizioni di una cultura. Fare tutto alla giusta velocità. E, pedalando nella faggeta, ma anche ascoltando la storia del Cammino dei Briganti raccontata dai nostri due ospiti del webinar, abbiamo capito che il turismo lento non veste scarpette leggere per correre veloce, ma uno stivale pesante e rilassato, che nel fermarsi lascia impronte sulla terra e ricordi nella memoria.
La filosofia che sta dietro lo slow tourism nasce in risposta alla frenesia che generalmente caratterizza le nostre vite e che, purtroppo, non ci lascia liberi neanche in quei momenti che dovrebbero essere di pace o relax. Spesso anche le vacanze diventano una forma di stress, si ha la tendenza a fare programmi intensi, che prevedono soste brevi e un calendario denso di impegni da spuntare a fine giornata. Cerchiamo di conservare ricordi attraverso fotografie e video da riguardare più avanti, per paura che in quei momenti ci sfuggano dettagli, perché non ci concediamo abbastanza tempo per ammirare la bellezza di un luogo, per assaporare un piatto tipico, o semplicemente percepire la brezza del mare sulla pelle. Questa velocità, oltre a estraniarci dall’esperienza che stiamo vivendo, a volte si tramuta anche in un approccio poco attento al territorio. Si preferisce mangiare un panino al volo nel fast food più vicino, invece di scovare un ristorante che abbraccia le tradizioni del posto, dove sedersi con calma e, non solo assaporare un piatto tipico o prodotti a Km0, ma anche ascoltare la storia di chi, magari, quei piatti ha imparato a cucinarli tanti anni prima con la voglia di condividerli. Si preferiscono gli spostamenti in macchina per raggiungere prima le tante tappe presenti nell’itinerario, invece di camminare o utilizzare mezzi più sostenibili per l’ambiente. Uno degli elementi più inquinanti nel settore del turismo è proprio il trasporto: lo slow tourism, invece, prevede itinerari già pensati in precedenza, facilmente percorribili e soprattutto in linea con il rispetto ambientale. E dopo averlo testato sulla nostra pelle, possiamo dirvi che i mezzi più “slow” diventano parte integrante dell’esperienza e vi permettono di ammirare ogni tipo di bellezza presente nel territorio.
L’obiettivo finale del turismo lento è fare in modo che l’avventura non sia di passaggio, ma rimanga indelebile nei nostri ricordi, che il tempo di un viaggio non passi veloce, ma rallenti adattandosi alle nostre esigenze. Questa filosofia di viaggio, inoltre, offre l’opportunità di scoprire luoghi nuovi, poco frequentati, poiché concentra l’attenzione su cammini non battuti, sui piccoli borghi e sui paesaggi immersi nella natura. La pandemia ha accelerato questo processo di cambiamento che già si era messo in moto nel settore turistico: si prediligono mete vicine poiché percorribili a piedi, posti poco affollati poiché si sente il bisogno di spazi ampi, dove l’incontro con altre persone non passa inosservato, ma genera momenti di condivisione, di ristoro, di comunicazione. Si riaccende l’interesse per i cammini che in Italia sono tantissimi. E per questo vogliamo ancora ringraziare i nostri ospiti che, sempre nell’ottica della valorizzazione del territorio, in prima persona si prendono cura di queste tradizioni e si premurano di sostenerle concretamente per evitare che svaniscano. Il Cammino dei Briganti è una delle tante esperienze “slow” che possono essere vissute nel territorio abruzzese. È un cammino ad anello di 100 km, suddiviso in sette tappe. Parte dal paese di Sante Marie e attraversa boschi di castagne, borghi medievali, incontra laghi montani d’altura, come quello della Duchessa, e offre la possibilità di riposarsi nei bivacchi dei vari paesi e scoprire la cucina locale dei ristoranti a conduzione familiare. Non vogliamo dirvi altro, perché rispettando i principi del turismo lento, è bene che anche il cammino diventi un’esperienza personale, da affrontare intimamente come più si desidera, sentendosi in armonia con il territorio. Vi consigliamo soltanto il periodo migliore in cui provare questa bellissima esperienza: da marzo a ottobre, attrezzati del necessario e di tanta voglia di scoprire posti nuovi, ma soprattutto di lasciarvi coinvolgere a pieno dalla realtà esterna a voi.
La filosofia del turismo lento sposa principi molto importanti che vanno dalla scoperta della cultura, della storia di un territorio, a un coinvolgimento autentico e profondo con l’esperienza vissuta nella sua totalità, fino ad arrivare all’ interesse per l’ambiente e la sostenibilità. È una filosofia che, oltre a riequilibrare i canoni del turismo tradizionale, può essere utile nella vita di tutti i giorni. Non occorre continuare ad avanzare senza guardare e apprezzare il cammino che quotidianamente percorriamo soltanto per andare più lontani e più veloci. È necessario dare il giusto tempo alle cose e ogni tanto indossare scarponi più pesanti per vivere con leggerezza.
Articolo di Cecilia Bernardi